«Non siamo soltanto un gruppo di italiani che protesta in Francia perché in questo momento non può essere in Italia, bensì la nostra posizione di italiani all'estero ci permette di fare un passaggio in più verso una riflessione di più ampio respiro sulle riforme complessive a livello europeo». A scrivere al nostro giornale, è Carlotta Monini, studentessa ferrarese in Erasmus a Parigi, impegnata, al fianco di altri studenti italiani per sostenere le ragioni dell'istruzione universitaria pubblica. E questo perchè numerose sono le affinità tra le politiche scolastiche che stanno andando avanti in Italia e oltralpe. «Le convergenze tra Francia ed italia sulle riforme in materia di educazione sono numerose, i due governi Sarkozy e Berlusconi hanno lo stesso modello di riferimento. In questo momento le proteste sono portate avanti soprattutto dagli insegnanti delle scuole primarie e secondarie. La riforma universitaria invece è stata varata l'anno scorso, secondo modalità che assomigliano a quella italiana: emanata ad agosto come procedura parlamentare d'urgenza. Anche nei contenuti possiamo trovare forti affinità: le università diventano autonome e dunque sono indipendenti nella gestione del proprio bilancio. E' prevista la creazione di fondazioni private da affiancare all'università nelle quali possano confluire le donazioni da parte di enti privati, al consiglio d'amministrazione spetta l'intera amministrazione economica dell'università; in esso viene ridotta la presenza di studenti e di personale universitario a favore dell'entrata dei nuovi patner privati».
Il movimento "Onda Anomala" aderisce al coordinamento No Gelmini Paris, che ha un sito, un forum ed una mailing list, attraverso il quale gli studenti si tengono in contatto, organizzano assemblee settimanali e gruppi di lavoro e di approfondimento su temi che coinvolgono il mondo della scuola.
«Abbiamo contatti in tutta Europa - conclude Carlotta - con gruppi che hanno una conformazione simile alla nostra e che come noi dimostrano una volontà di estendere il dibattito in materia di istruzione a livello europeo, perchè il disegno complessivo delle riforme nei vari Paesi tende verso la privatizzazione e la mercificazione del sapere».