Veloce Glossario dell’Onda
Studenti di Lettere di Pisa, Dicembre 2008
Con questo glossario intendiamo proporre e fissare, nella forma più facilmente accessibile e
consultabile, un’organizzazione teorica dei punti fermi della protesta, ormai nota come “Onda”,
sviluppatasi in opposizione alle Leggi tese alla distruzione del sistema pubblico della formazione,
scolastica ed universitaria. Le voci sono di vario tipo e di ampio respiro; alcune descrivono quel che a
molti è ovvio, altre cercano di andare più a fondo: attraverso di esse abbiamo voluto tratteggiare la
consapevolezza della crisi profonda della democrazia italiana, del progetto di economia di rapina che
viene portato avanti dall’alto di quello Stato che dovrebbe fare del benessere di cittadini e lavoratori
il suo obiettivo. Invece esso preferisce smantellare le istituzioni che permettono la loro formazione
in quanto tali, il sistema delle garanzie sociali, la struttura dello Stato stesso, insomma demolire lo
Stato di Diritto riportandoci ad un regno del privilegio, il che passa necessariamente dallo
svuotamento degli apparati dell'istruzione e quindi del significato e del ruolo della cultura. L’Onda si
è sollevata contro questo progetto ed affianca la comprensione del valore delle istituzioni
democratiche a quella dell’importanza di lottare per esse e, insieme, contro le loro deviazioni
demagogiche. Quanto più queste due coscienze andranno avanti, tanto più l’Onda sarà radicale ed
efficace.
1968 e 1977 – L“Onda” è stata spesso associata a movimenti che hanno giocato un ruolo essenziale nella storia d’Italia,
portando anche avanti la coscienza sociale e civile dell’Italia, contribuendo a enormi cambiamenti. Ma allora la situazione
storica era molto diversa da come è adesso, oggi rispetto a ieri la situazione politica è molto incerta e mutata, il
movimento odierno è lontano dalle formazioni politiche esistenti e da ideologie che hanno radici culturali in un’altra
epoca storica (->antipoliticità): per questo, è limitativo giudicare l’Onda in base alla pretesa continuità con i movimenti
del passato.
Antidemocraticità - Il Presidente Berlusconi ha accusato l’Onda di essere “antidemocratica”: ma, al contrario, essa
intende difendere quelli che sono dei pilastri della ->democrazia più concreta ed autentica. Manifestazioni ed
occupazioni sono i mezzi che abbiamo a nostra disposizione proprio per questa difesa della democrazia, contro un
governo che la erode.
Antipoliticità – L’Onda nel suo complesso non fa riferimento a precise ideologie e soprattutto non a partiti, ma
l’obiettivo che si propone è di tipo politico, le rivendicazioni che fa sono relative all’organizzazione delle istituzioni dello
Stato, la sua azione è di partecipazione politica.
Autoriforma – Con l'autoriforma, il movimento non si costituisce come semplice opposizione ma si dà una dimensione
costruttiva e propositiva volta a ricostruire un'idea di formazione pubblica. L'autoriforma è un progetto, ambizioso ma
concreto, di elaborare, in modo aperto e partecipativo, una ->riforma autentica, una alternativa alle false soluzioni del
Governo ed una soluzione autentica da parte di chi vive quotidianamente la scuola e l'università pubblica.
Corruzione e Sprechi – Non mancano nel mondo dell’Università, ma è assolutamente evidente che i tagli, essendo
assolutamente indiscriminati, non possono colpire gli sprechi effettivamente esistenti. Anzi, è più probabile che il
malgoverno, proprio perché radicato, venga consolidato dai tagli, piuttosto che abbattuto.
Crisi – Si allunga su tutto il paese l’ombra della crisi internazionale e della recessione; essa richiede una risposta
lungimirante e completa, e non una miope politica di sforbiciate ai settori che più di tutti possono dare la spinta per
uscire positivamente dal vortice della crisi, ovvero quello della ricerca e della formazione dei cittadini e lavoratori.
Cultura – Su molteplici fronti, l’Italia sta diventando un paese che rifiuta la cultura: a cominciare dai media e dagli
uomini politici, dilagano volgarità e incompetenza; beni culturali, Scuola ed Università sono in fondo alla lista delle
preoccupazioni dei Governi, che preferiscono relegare i cittadini nell’ignoranza e quindi nell’acquiescenza. L’Onda
esprime un bisogno di una preparazione culturale il più possibile estesa e considera la cultura come un patrimonio
essenziale ed un cardine nella vita ->democratica.
Democrazia e Costituzione – Le leggi cui ci opponiamo violano nella lettera e nella sostanza gli articoli 3, 9, 33 e 34, i
quali rappresentano grandi conquiste democratiche della Repubblica Italiana. Sappiamo tutti che è elemento
fondamentale della democrazia e della libertà stessa la garanzia sociale di una formazione adeguata alle capacità di
ciascuno; con il suo operato anticostituzionale e criminale, il Governo abbassa vertiginosamente la qualità della
formazione e della ricerca e, in molti casi, la riporta allo stato di franchigia del ricco: siamo davanti ad un tragico regresso,
dal diritto al privilegio. (->Stato Sociale)
Diritto allo Studio – In seguito all’inizio delle proteste, gruppi di studenti si sono erti a difesa dei provvedimenti del
Governo e del “diritto allo studio”. Questa difesa è miope e contraddittoria: è, al contrario, il movimento degli studenti
dell’Onda che difende lo studio a lungo termine, vuole preservarlo come diritto per gli anni a venire, e non per le prossime
poche settimane.
Fascismo – Rispetto alla società italiana di pochi decenni fa, il fascismo è ormai pienamente domato ed inserito nelle
pieghe della società dei consumi e dell’ignoranza; è un fenomeno vestigiale, che ha perso il volto eversivo di un tempo ed
ha ormai solo una funzione conservatrice, è, cioè, uno strumento – più o meno diretto, più o meno consapevole- del
berlusconismo e della ->repressione.
Maggioranza Silenziosa e “pochi facinorosi” – Berlusconi, i suoi ministri ed i loro simpatizzanti si sono nascosti
dietro l’appoggio di una “maggioranza silenziosa” che li fiancheggia, riducendo gli studenti in protesta ad un gruppetto
insignificante di “pochi facinorosi”. E’ sotto gli occhi di tutti che questa è una maggioranza fantasma, e che, come
dimostra la mobilitazione massiccia, la maggioranza vera è rumorosa ed è schierata per la difesa della scuola pubblica,
dell’università, della ricerca e della ->democrazia.
Opposti estremismi – Come già nell’epoca dell’egemonia del Centro democristiano, gli uomini politici al potere hanno
fatto ricorso alla teoria degli opposti estremismi per sminuire i dissidenti, ridicolizzarli, contrapporli ai gruppi ->fascisti,
farli apparire pericolosi davanti all’opinione pubblica. Ma basta un minimo di attenzione per mettere a nudo la fragilità di
questa accusa: contro le scelleratezze del governo si è schierato un movimento estremamente eterogeneo, che raccoglie
persone e gruppi delle provenienze politiche più disparate.
Precariato – Precaria è la condizione di lavoro che costringe oggigiorno a saltare da un lavoretto all’altro senza avere
nessuna possibilità di un salario stabile e garanzie sindacali; precario è il futuro culturale che un paese che taglia
sull’istruzione prospetta ai giovani, effettuando una divisione sempre più marcata tra chi potrà permettersi di pagare gli
studi e chi sarà costretto ad essere subito risucchiato dal mondo precario del lavoro.
Repressione – Di fronte all’imprevisto sussulto di protesta, il Governo ha mostrato la faccia dura: il 22 ottobre
Berlusconi ha dichiarato l'intento di inviare le forze dell'ordine nelle scuole e negli atenei a sedare la proteste, in difesa
della -> “democrazia” e del -> “diritto allo studio”. Da quello che abbiamo scritto nelle righe precedenti emerge che
consideriamo queste parole delle bandiere populistiche per abbellire quella che in realtà è pura e semplice repressione,
che ha come presupposto l’idea (antidemocratica) del dissenso come reato. Alcuni rettori, come quello di Pisa il 26
novembre, si sono adeguati a questa linea autoritaria ed hanno fatto un uso duro ed ingiustificabile delle forze di polizia,
preferendo “proteggersi” dai ->“pochi facinorosi” che dai crimini del Governo. Sia studenti che giornalisti del resto
sospettano che anche gli scontri avvenuti il 29 ottobre in Piazza Navona a Roma con esponenti del Blocco Studentesco
(->fascismo) siano un ricorso alla violenza, sotterraneamente organizzato dalle stesse strutture statali. Ricordiamo inoltre
che proprio di questi giorni è la conclusione del processo farsa per i fatti di Genova del 2001. Infine, nessuno può
dimenticare i suggerimenti feroci avanzati dall’ex Ministro dell’Interno, Presidente della Repubblica e leader
dell’organizzazione segreta Gladio Francesco Cossiga il 23 ottobre, rimandando alla lunga e sanguinosa tradizione italiana
di repressione tramite forze dell’ordine e servizi segreti.
Riforma – Nel corso del ‘900, il termine riforma ha avuto un significato ben preciso, quello cioè di legge tesa ad una
modifica profonda della struttura della società in senso di allargamento della ->democrazia e del benessere (->Stato
Sociale), e riformismo era detto la tendenza a migliorare lo Stato e la società attraverso di esse, quindi all’interno della
legalità. Negli ultimi anni, sono state impropriamente chiamate riforme leggi (varate da governi sia di centrodestra che di
centrosinistra) che hanno smantellato le conquiste del Novecento, procedendo in senso contrario rispetto ad esse, con un
enorme limitazione di fatto dei diritti sociali e della stessa qualità della vita: l’ultimo gradino (per ora) di questa scala in
discesa è la Riforma Gelmini e dintorni.
Rivolta generazionale – Alcuni gruppi, tra cui spicca Azione Giovani, hanno invocato una “rivolta generazionale” per
combattere il malgoverno delle università: ma questa è una prospettiva assurda, che affonda radici nel giovanilismo
->fascista e che non tiene conto della realtà sociale: non è generazionale ma sociale e politica la separazione tra chi
sostiene e chi contesta l’insieme delle leggi Gelmini e Tremonti; non solo i giovani studenti, ma elementi da tutte le
categorie colpite, dai genitori ai professori, dai tecnici ai ricercatori, sono impegnati nella difesa delle istituzioni della
formazione e della ricerca.
Stato Sociale – Il sistema di aiuti e sussidi statali che dovrebbe assistere i cittadini durante il corso della loro vita e che
soprattutto dovrebbe riuscire ad assicurare a tutti servizi pubblici gratuiti e di qualità quali la sanità, la scuola, i trasporti.
L’idea di Stato che in questi ultimi quindici anni ha preso piede in Italia è sempre meno di stato sociale e sempre più di
“stato minimo”. Gli ideologi e gli alfieri del neoliberismo, che hanno loro insigni rappresentanti sia nelle file del
centrodestra che in quelle del centrosinistra, guardano ad un modello americano che insegna a smantellare il pubblico e a
rafforzare il privato, quando negli Stati Uniti decine di migliaia di persone non possono farsi curare o andare
all’università. Un modello contrario a questo, autenticamente vicino alle esigenze dei cittadini e dei lavoratori, va
affermato urgentemente.