LOUVAIN, AVRIL 2009, LIBÉRONS LE SAVOIR ! (Appel)

traduction
redardez-la, il y a des choses qui ne me semblent pas trop "italiennes"...
desolée pas d'impagination...



"C'è crisi" è la frase più pronunciata in questi ultimi anni. Sì, c'è crisi. Una crisi economica attraversa la società e subiamo già numerosi tagli finanziari. È un attacco alla previdenza sociale, alla sanità, alla nostra educazione, tutto passa. La crisi è anche sociale, culturale, ecologica, insomma strutturale.
Ci uniamo progressivamente nella stessa direzione: un'opposizione netta e totale alla privatizzazione dei beni comuni. Se la crisi serve da scusa per accelerare la mercificazione delle nostre vite, dei servizi pubblici, non siamo ciechi. Queste misure vengono da più lontano ( Processo di Bologna, GATS, OMC, OCDE, lobby industriali e religiose).

In Grecia, giovani e lavoratori sono insorti, in tutti gli spazi pubblici, contro il loro governo corrotto e le suo riforme neo-liberali. In Spagna, non si contano più le facoltà occupate, che si mobilizzano contro il Processo di Bologna. In Italia, da più di tre mesi, il mondo dell'educazione è in rivolta, e le facoltà costruiscono, giorno dopo giorno, un'altra riforma del sistema universitario. In Francia, i liceali e gli insegnanti dell'elementari e delle medie manifestano contro le politiche governamentali sull'educazione, come gli studenti l'anno passato contro la legge sull'autonomia delle università (LRU).
Noi vogliamo fare delle università dei luoghi di incontro, di un sapere libero. L'educazione è inseparabile dalla socializzazione. Ovunque in Europa, dalle scuole elementari alle università, dai liceali ai ricercatori, da Reykjavik a Instanbul, una linea comune si sta formando. In realtà, le diverse riforme non sono nè settoriali ne nazionali, sono il risultato di riforme neo-liberali imposte dall'organizzazione mondiale del commercio, conosciute sotto il nome di Processo di Bologna.

Martedì e mercoledì 28 e 29 aprile a Louvain e Louvain la Neuve in Belgio, i ministri dell'insegnamento superiore di 46 paesi, rappresentanti dihn 6ysindacati studenteschi e patronali si riuniranno per fare un bilancio de Processo di Bologna, per "valutare i progressi compiuti e le nuove misure da prendere"
Hanno chiesto l'opinione degli studenti, degli insegnanti e dei ricercatori, del personale, degli studenti di domani (i liceali), dei lavoratori d'Europa?
La rabbia aumenta, qua e là si esprime. Va ben oltre l'università e il mondo dell'educazione. Le barriere mentali, fisiche e tecniche che i governanti costruiscono coscientemente a colpi di manganelli e fumi mediatici non sono che mezzi per restringere le nostre libertà, la nostra emancipazione, le nostre aspirazioni. Interrogare la vita sociale alla quale noi prendiamo parte e investire queste domande in prospettive professionali, scientifiche o no, è più importante di una qualsiasi redditività economica.

Processo di Bologna non è che un nome che designa la concezione utilitarista del sapere: un sapere come mezzo per entra nella corsa della routine giornaliera.
AGIAMO ORA!
L'istruzione è come la libertà: non si da, si prende!
INCONTRIAMOCI A LOUVAIN E MANIFESTIAMO INSIEME!
Ci appelliamo alle organizzazioni politiche, sindacali, alle assemblee generali, le coordinazioni nazionali dei movimenti, alle facoltà e i luoghi di lavori occupati, a tutti quanti, affinché si riuniscano in questa occasione.
Condividiamo le nostre esperienze e le nostre strategie, costruiamo una rete, doniamo alle nostre rivolte dappertutto in Europa un soffio ancora più potente, ricco delle nostre esperienze comuni e della nostra amicizia.

Appelliamo anche a far circolare e tradurre questo appello in tutte le assemblee generali delle università, in tutti i coordinamenti nazionali dei movimenti, nelle facoltà occupate, in tutti i luoghi di lavoro e di sapere.

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